lunedì, marzo 19, 2007

il nuovo libro di Giovanni Di Leonardo sull'organaro Adriano Fedri


dall'Introduzione dell'autore Giovanni Di Leonardo
In questo lavoro si profila la storia di alcuni autorevoli costruttori dello strumento musicale principe della liturgia cattolica: l'organo ... strumento che sostiene e potenzia le voci dei fedeli adunati in preghiera e che, grazie alla ricchezza decorativa della cassa armonica, ornata di fregi dorati, fiori, angeli, è un importante e maestoso elemento d'arredo delle nostre chiese e basiliche.

Negli ultimi cinquecento anni, gli organi, da quelli grandiosi a quelli piccoli, hanno echeggiato solennemente, non solo nei templi delle principali città abruzzesi, ma anche in quelli dei piccoli sperduti centri montani, le cui comunità, a prezzo di sacrifici, hanno voluto ornare le loro chiese con queste opere meravigliose. ...

La ricostruzione della vita e dell'opera di un organaro, perché abbia valore di documento, parte da fonti molto precise, incontrovertibili: Archivi Parrocchiali, Archivi Notarili, Catasti, ecc., che, unitamente alla ricerca bibliografica, forniscono notizie certe sulle botteghe in cui si costruivano o si riparavano gli strumenti, dove si apprendeva un mestiere che spesso si tramandava da padre in figlio; ma la via più immediata è rappresentata dagli atti prodotti dai committenti, veri e propri contratti in piena regola, in cui si stabilivano tempi, modi e compensi per il lavoro da eseguire.

Per la costruzione di un organo era necessaria un'équipe di artisti-artigiani che vedeva impegnati falegnami, scultori, imbianchini, fabbri, muratori, a volte anche la professionalità del fisico acustico; naturalmente, a capo di questi l'organaro, con la sua bravura e la sua esperienza, sapeva conciliare il momento ideativo con la fase costruttiva, arrivando alla creazione di opere prodigiose, che sono un vero patrimonio storico-artistico-musicale. Così all'organaro venivano richieste molte conoscenze: quello bravo racchiudeva in sé le qualità di inventore, ingegnere, fisico, tecnico del suono, musicista, metallurgico, falegname, meccanico, ecc.

... Nella nostra regione, sin dal XV secolo, l'attività organaria risulta assai fiorente, in virtù, non solo della presenza di artisti locali (nel '500 Francesco Paolo e Camillo Sabino, di Lanciano e i Farina di Guardiagrele; nel '600 Luca Neri, di Leonessa; nel '700 Tomaso Cefalo e Onofrio Cacciapuoti, di Vasto, e Adriano Fedeli-Fedri, di origini marchigiane, ma con nascita, residenza e bottega ad Atri), quanto per le opere realizzate nelle stupende chiese cittadine da insigni organari venuti da altre zone d'Italia, nel nostro caso dallo Stato Pontificio, da cui proveniva la dinastia dei Fedeli.

... Gli organi dei Fedeli, e quelli di Adriano Fedeli-Fedri in particolare, a detta degli esperti, hanno suono e timbrica inconfondibili e poterli ancora ascoltare, dopo oltre duecentocinquant'anni, è cosa davvero sublime, soprattutto se a suonarli è persona competente ed abile.

Giovanni Di Leonardo

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domenica, marzo 11, 2007

carteggiio d'annunzio - mondadori, a cura di franco di tizio



Il carteggio, dal 1921 al 1938, ricostruisce il rapporto di amicizia tra il Poeta Gabriele d’Annunzio, negli anni del tramonto, e Arnoldo Mondadori, nel periodo della sua giovinezza ed ascesa nell’editoria italiana. Il complesso delle lettere, che copre l’arco di diciotto anni, consente di seguire le fasi alterne del difficile approccio che d’Annunzio ebbe con Mondadori: l’organizzazione del progetto dell’Opera omnia e la sua completa realizzazione. ....
Il carteggio dannunziano cui ha rivolto il suo attento e puntuale interesse Franco Di Tizio si colloca cronologicamente nell'ultima fase della vita del Poeta ....
Arnoldo Mondadori fu l'editore che, subentrando a Guido Treves, pubblicò i preziosi volumi dell'Opera omnia dannunziana, nonché il Libro Segreto, nato da un ultimo riflusso creativo (e memoriale) del Vate, determinatosi a tornare alla scrittura, si potrebbe azzardare l'ipotesi, appunto in seguito alla frequentazione di quell'attivo e intelligente "stampatore".
Vero è che nelle alternanze d'umore degli anni senili, d'Annunzio a volte ne riconosceva i meriti, rammaricandosi di aver ecceduto nei rimbrotti ed elargendo qualche elogio. Ma certo, se non ci fossero state quelle umili virtù, il divo Gabriele non avrebbe visto celebrata la sua opera, lui vivente, con un'edizione di tanto prestigio, come pure, se fossero venute meno la puntualità e la generosità di Mondadori nel versamento dei lauti proventi d'autore, non avrebbe potuto innalzare quell'imponente monumento alla propria fama che è il Vittoriale.
Gli anni delle edizioni dannunziane sono pure quelli dell'ascesa dell'azienda di Mondadori al più alto livello nel suo settore industriale; opportunamente, perciò, Di Tizio ha sintetizzato nella Nota conclusiva le vicende di essa, seguendole fino agli anni recenti, quando divenne oggetto di una contesa combattuta tra protagonisti del potere economico: segno indubbio del suo consistente peso in questo campo.
Dunque, un libro interessante da molti punti di vista, che, aggiungendosi alla fitta serie di analoghe indagini operate da
Franco Di Tizio, offre utili e inedite fonti documentarie agli appassionati della vita e delle opere del Pescarese.
(Testo tratto dal sito dell'editore
Ianieri: Il libro e La scheda)-->

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